Una poesia di Nadia McGhee in lingua originale e tradotta in italiano, per tutti coloro che hanno mai pensato che i propri occhi marroni fossero noiosi, banali o brutti; non è così.
Her eyes are blue
Yours are brown
Hers represent the ocean
Yours represent the ground
You’ve always hated your eyes
And wished that they were blue
But your eyes have a tint of gold
So rare it must not be true
So yes her eyes are blue
And yes your eyes are brown
But your eyes hold the riches
That are buried in the ground
Her eyes carry storms
And rage like the sea
Your eyes carry earthquakes
That bring mountains to their knees
Maybe her eyes are blue
But your eyes reign queen
Because they hold the purest riches
The world has ever seen
Nadia McGhee
traduzione:
I suoi occhi sono azzurri
I tuoi sono marroni
I suoi rappresentano l’oceano
I tuoi rappresentano il terreno
Tu hai sempre odiato i tuoi occhi
E desiderato che fossero azzurri
Ma i tuoi occhi hanno una sfumatura di oro
Così raro che non dev’essere vero
Quindi sì i suoi occhi sono azzurri
E sì i tuoi occhi sono marroni
Ma i tuoi occhi detengono le ricchezze
Che sono sepolte nel terreno
I suoi occhi portano tempeste
E si infuriano come il mare
I tuoi tengono terremoti
Che portano le montagne sulle ginocchia
Forse i suoi occhi sono azzurri
Ma i tuoi occhi regnano regina
Perché contengono le ricchezze più pure
Che il mondo abbia mai visto
Leggendo questi versi mi appare l’immagine dei miei stessi occhi, catturati per sbaglio qualche volta in un pieno raggio di sole, quando l’iride appare infinitamente articolata ed affascinante. L’iride è la parte dell’occhio che è unica per ciascun individuo, con ancora più caratteristiche dell’impronta digitale. All’ombra l’occhio marrone a volte sembra addirittura nero, spento, cupo, ma anche profondo e tenero. Quando colpiti dalla luce diretta, invece, si rivelano macchioline di oro, verde, filamenti densi che sembrano contenere un universo. E’ di fatto un sistema muscolare assai sofisticato e preciso, che permette la dilatazione della pupilla, e questi della sfumatura del caffè hanno maggiori quantitativi di melanina, che li permette di essere meno sensibili alla luce rispetto a quelli azzurri.
UNO SGUARDO ARTISTICO: IL MISTERO DEGLI OCCHI DI MODIGLIANI
Amedeo Modigliani è sicuramente uno degli artisti più iconico e suggestivi del 900, famoso specialmente per le sue particolari rappresentazioni umane, specialmente donne, caratterizzate da un collo più lungo del normale e il viso stranamente ovale, che le fanno assomigliare più a degli alieni che a delle vere donne!
Tuttavia, un dettaglio ha sempre affascinato studiosi, critici e appassionati di arte in tutto il mondo: il mistero degli occhi di Modigliani.
Sembra che uno degli obiettivi, anzi uno dei crucci, di Modigliani fosse proprio il reputarsi incapace di rappresentare sulla tela l’anima stessa della persona che aveva di fronte (proprio per questo motivo egli dipingeva gli occhi come due pozze di colore puro, senza iridi)… e naturalmente non era il solo! Tutta l’arte, infatti, è costellata di rappresentazioni e tentativi di rappresentare proprio questo lato, da Caravaggio a Van Gogh, perché l’elemento dell’occhio è sempre stato motivo di mistero, inquietudine, ma allo stesso tempo di fascino e interesse da parte di artisti e non, capaci di pietrificare, quasi letteralmente, lo spettatore.
Divenne famosa la frase di Vincent van Gogh: “Preferisco dipingere gli occhi degli uomini che le cattedrali, perché negli occhi degli uomini c’è qualcosa che non c’è nelle cattedrali”, che riassume in un certo senso l’importanza che lo sguardo, insieme all’introspezione psicologica che questo implica, assume per l’uomo moderno.
Divennero famosi anche i volti enigmatici e allo stesso tempo universali di Amedeo Modigliani, in cui al posto degli occhi erano presenti pozze vuote private delle iridi. La frase dell’artista “Quando conoscerò la tua anima, dipingerò i tuoi occhi” pare riassumere la sua incapacità comunicativa con l’altro sesso, ma anche, con un concetto più universale, la difficoltà di comunicazione fra le persone in genere. Raggiungere nel profondo dell’intimo una persona era per Modì un’impresa a dir poco ostica, e altrettanto difficile era dunque riprodurne l’anima sulla tela. E dal momento che gli occhi sono lo specchio dell’anima, il pittore ritenne opportuno eliminarli dal volto di alcuni dei suoi soggetti. Famosi sono il ritratto dalle orbite vuote di Madame Kisling e quello di Léopold Survage, in cui una delle pupille è assente. Alla richiesta di spiegazioni da parte di Survage sul perché lo avesse ritratto con un occhio ben delineato e uno vuoto, Modigliani rispose: “perché con uno guardi il mondo, con l’altro guardi dentro di te”.
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