Siria
La Siria continua a essere una delle aree più critiche del Medioriente. In diverse zone dello Stato governato dal regime di Bashar al-Assad continuano gli scontri fra forze militari governative e ribelli. Nella periferia di Damasco, Ghouta est, controllata dai ribelli, da qualche giorno è iniziato un bombardamento intensivo da parte delle forze del regime, che ha causato finora la morte di 335 civili e il danneggiamento di ventidue ospedali; tredici sono stati distrutti.
Organizzazioni umanitarie come Medici senza Frontiere denunciano da giorni la situazione e la difficoltà di portare aiuti alla popolazione, che ormai lotta per la sopravvivenza sotto le bombe e senza beni primari. Nel frattempo si è riunito il consiglio di sicurezza dell’Onu per decidere una tregua di un mese nella zona di Ghoute est, ma ieri la Russia, alleata del regime siriano nella lotta contro i ribelli, si è opposta al documento. Una nuova votazione dovrebbe avvenire questa sera.
Nel frattempo la situazione è critica anche nel nord della Siria. Qui la popolazione curda, con il supporto degli USA, controlla una zona sul confine fra Siria e Turchia. Proprio la Turchia, per interessi di politica interna, vuole indebolire i curdi con l’aiuto dei ribelli siriani. Per evitare che le forze turche conquistino Afrin, una delle città controllate dai curdi, il regime di Assad ha inviato un contingente militare a supporto dei curdi. La mossa potrebbe creare nuove tensioni e complicare ancora di più i rapporti diplomatici fra Turchia, Siria, Iran e Russia.
Per approfondire la situazione, che è molto più complicata e tragica, vi consiglio di leggere l’approfondimento di Valigia Blu.
Ondata di gelo
È arrivato Buran, un gelido vento siberiano che ha colpito l’Europa e che farà scendere in picchiata le temperature di gran parte del vecchio continente. Ma di questo se n’è parlato fin troppo. Meno si è parlato del fatto che mentre in Europa si cominciano a tirare fuori i doposci nel circolo polare artico le temperature sono salite in modo vertiginoso. Sì, la colpa è del surriscaldamento globale.
Il vortice polare è una zona di bassa pressione che staziona sopra il polo nord (grazie Wikipedia). Qui le temperature, soprattutto d’inverno, quando il sole non sorge mai, sono di decine di gradi sotto lo zero. A causa di un fenomeno chiamato stratwarming, cioè un surriscaldamento della stratosfera, sempre più frequente negli ultimi anni, l’area di bassa pressione sopra il polo nord si è divisa in due e si è spostata verso latitudini più basse. Questo significa temperature glaciali su Europa e nord-est degli Stati Uniti e caldo, relativo, al polo nord.
La stazione meteorologica di Cape Morris Jesup in Groenlandia, una delle più a nord del mondo, negli ultimi giorni ha registrato temperature sopra lo zero in pieno inverno artico. Di conseguenza peggiora la situazione dello scioglimento dei ghiacciai, che con temperature sopra lo zero in inverno non riescono più a formarsi. Mentre in Europa, a venti giorni dall’inizio della primavera, viviamo uno dei periodi più freddi mai registrati.
Bisogna fare subito qualcosa per ridurre le emissioni inquinanti nell’atmosfera, oppure nel corso della nostra vita – ormai non si parla più di generazioni future, ma di questa – potremmo assistere a enormi e potenzialmente disastrosi cambiamenti nel clima. Per fortuna il leader del mondo libero, il presidente degli Stati Uniti d’America, non è un negazionista dei cambiamenti climatici, altrimenti saremmo spacciati, no?
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Olimpiadi
Un po’ perché siamo a un passo dalle elezioni; un po’ perché quelle invernali sono considerate di serie B rispetto a quelle estive; un po’ perché si stanno svolgendo in un paese che pochi riescono a collocare su una cartina geografica, le Olimpiadi di Pyeongchang in Corea del Sud non stanno attirando molta attenzione, anche se stanno andando molto meglio, per l’Italia, rispetto a quelle di Sochi. Quattro anni fa in Russia la nostra truppa di atleti è tornata a casa senza ori e con otto medaglie fra bronzi e argenti.
A due giorni dalla chiusura stavolta siamo a dieci medaglie con tre ori, due argenti e cinque bronzi. Protagonista assoluta di questa Olimpiade per l’Italia è stata la nostra portabandiera, Arianna Fontana, che si è portata a casa, nella sua disciplina, lo short track, ben tre medaglie (una per metallo). Grandi soddisfazioni sono arrivate anche dal biathlon, ma soprattutto dallo snowboard, con l’oro di Michela Moioli, e dalla discesa libera di sci, con quello di Sofia Goggia. Qualche piccola soddisfazione di cui l’Italia aveva bisogno. Peccato che la maggior parte degli italiani stava guardando da un’altra parte. Magari Salvini da Bruno Vespa.
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