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Recensione: “Strappare lungo i bordi”

da 20 Apr 2022Culture, In primo piano0 commenti

Nel dicembre 2020, Zerocalcare, pseudonimo di Michele Rech, annuncia la sua prima serie Netflix dal titolo “Strappare lungo i bordi” e finalmente, dopo un anno di attesa, il 17 novembre 2021 esce su Netflix la tanto attesa serie d’animazione.

La storia si snoda attraverso svariati flashback e aneddoti raccontati attraverso tre personaggi: Zerocalcare stesso, Sarah e Secco, i suoi migliori amici con i quali sta affrontando un viaggio difficile in treno, di cui la destinazione si scoprirà solo alla fine. Tutti i personaggi sono doppiati dallo stesso Zerocalcare, a eccezione dell’armadillo, che rappresenta la sua coscienza, doppiato da Valerio Mastandrea.

La serie é per lo più scritta in dialetto romano, data la provenienza dell’autore, ma si alternano anche personaggi che parlano in modo meno dialettale. Chi ha familiarità con lo stile di Zerocalcare troverà nella serie animata esattamente quello che si aspetta. Dall’animazione e dallo stile della narrazione, il fumettista romano è riuscito nel suo intento di portare i suoi fumetti sullo schermo. 

Zerocalcare è il nome del protagonista della serie, che per le esperienze di vita e suo carattere è ispirato totalmente al suo ideatore. È un personaggio bidimensionale, in cui risulta anche troppo facile immedesimarsi, a causa delle sue riflessioni, rappresentate dalla sua coscienza sotto forma di armadillo. Zerocalcare, durante la scuola media, temeva di aver deluso le aspettative della sua insegnate di matematica. Da quel giorno non fu più il preferito della Professoressa Mazzetti, apparentemente disperata per quel suo brillante studente che durante il primo quadrimestre andava così bene. Parlando con la sua amica e compagna di classe Sara, si rende conto che non era così rilevante il problema che lo tormentava, perché in fondo siamo solo fili d’erba in un prato, e il nostro problema è insignificante paragonato ai problemi del mondo. 

La serie è composta da sei episodi da quindici minuti, in cui Zerocalcare sviluppa il racconto della sua vita, dalla sua infanzia ai giorni nostri. In “Strappare lungo i bordi” c’è la vita, quella di Michele Rech, ma anche quella di tutte le persone che guardano la serie e si immedesimano in quelle riflessioni contorte e tanto profonde.

Questa serie suscita un misto di emozioni: ci fa ridere, ci fa rivivere alcuni momenti fastidiosi che nella nostra giornata quotidiana accadono a chiunque, ma soprattutto ci fa emozionare e ragionare su quanto la vita ci può far affrontare periodi difficili e di come noi ci sentiamo la causa di essi, pur non essendo così.

É una serie cruda in alcuni momenti, perché racconta parti della vita che a tratti possono essere difficili e di come ci sono persone che riescono a uscirne ed altre no. Tutto questo recitato da semplici vignette con due sole persone dietro che gli danno voce e vita. Il divertimento è assicurato in questa serie e il finale darà spazio alle vostre emozioni.

Marta Fiorelli

Marta Fiorelli

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