Ciao piccolo/a,
ti scrivo questa lettera perché ciò che sto per fare eliminerà ogni via di comunicazione tra noi.
Potrei racchiudere tutto in un “non sono ancora pronta”, ma la realtà è un’altra: è il mondo in cui viviamo a non esserlo.
Mi trovo in questa stanza fredda, arredata solo dalle mie preoccupazioni, mentre aspetto che arrivi il dottore per spegnere l’interruttore delle nostre comunicazioni.
Sai, quando sono rimasta incinta ho pensato che, forse, sarebbe stato bello avere certe sensazioni, certe emozioni, ma la mia testa mi ha portata a pensare altro. Ho pensato a come sarebbe stato avere un figlio in un mondo pieno d’odio, pieno di cattiveria. Sono arrivata alla conclusione che finché non cambierà qualcosa, non riuscirò a vedermi come mamma. Non riuscirò a darmi per vinta.
Ti prometto che lotterò per te e per chi verrà, per far sì che diventi un mondo all’altezza delle nostre aspettative. Un mondo dominato solo dall’amore, dove ognuno può essere e fare ciò che vuole. Dove non serve nascondersi. Dove siamo tutti uguali, tutti umani.
Ora è tutto finito.
L’infermiera mi guarda mentre piango, ma non sa che quelle lacrime sono il dolore di vivere in un mondo nel quale ci si sente sempre estraniati. Il dolore che ho tolto a te, perché ti ho voluto tanto bene da non fartelo provare.
Addio, piccolo/a.
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