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L’Universo è un Uovo

da 8 Dic 2022Culture, In primo piano0 commenti

E se tutto l’universo fosse solamente un uovo? E se gli induisti avessero ragione? E se tu stessi leggendo un articolo scritto proprio dal te stesso di un’altra vita? E ancora, dove andiamo dopo la morte? Qual è il significato dell’umanità? Che cos’è l’universo?

Andy Weir (1972), scrittore statunitense e autore del celebre romanzo “L’uomo di Marte” ha scritto una popolarissima short-story dal titolo “The Egg”, un racconto dal carattere simpatico che consiglio di andare a leggere al link senza indugio, pubblicato nel 2009 sul sito ufficiale di Weir e tradotto in oltre trenta lingue, in cui tenta di dare una risposta a queste domande. 

 «Tutte le reli­gioni hanno ragione, in un certo senso. Cam­mina con me.»

È come comincia la spiegazione dell’autore nei primi paragrafi della storia. 

Ci troviamo nei tempi moderni, in una data e luogo non specificati. Un uomo muore in un incidente d’auto e incontra Dio, il narratore, che gli spiega di trovarsi nel vuoto tra una vita ed un’altra, e che si reincarnerà in una contadina cinese del 540. Questo, come deduce immediatamente il protagonista, implica che se ci si può reincarnare attraverso il tempo, è possibile che ci si rincontri nello stesso momento del tempo, ma in due vite diverse. Così Dio svela che non solo è possibile, ma accade continuamente! Infatti ogni individuo sulla terra è la stessa persona reincarnata nel corso del  tempo, l’intera umanità è un unico ente:

“Solo io? E tutti gli altri?”

“Non esi­ste nes­sun altro. In quest’universo ci siamo solo io e te”

Mi hai guar­dato strano “Ma tutta la gente del mondo…”

“Tutte te. Diverse incar­na­zioni di te.”

“Aspetta. Sono tutti!?”»

Partendo dal concetto stesso di nascere, morire, e reincarnarci nel corpo di un’altra persona, per esempio il nostro migliore amico, comprendiamo il fulcro della storia di Andy Weir:

«Tutte le volte che hai vit­ti­miz­zato qual­cuno, vit­ti­miz­zavi te stesso. Ogni gesto carino che hai fatto l’hai fatto a te stesso. Ogni momento felice e ogni momento tri­ste che ogni umano ha mai vis­suto e mai vivrà, li hai vis­suti tu.»

La dottrina della metempsicosi non è di certo una novità: oltre agli induisti, già i filosofi dell’antica Grecia, per esempio i Pitagorici, credevano nella reincarnazione dell’anima (la ‘psyché’ in greco antico “ψυχή”) in diverse forme di vita, inclusi gli animali; ragione per cui l’intera scuola era vegetariana. Eppure Weir ha compiuto un passo in più, descrivendoci come l’anima umana sia la «più magni­fi­cente, mera­vi­gliosa e gran­diosa di quanto tu possa imma­gi­nare», poiché contiene in sé le esperienze di tutte le persone vissute finora.

E poi? Quando avremo vissuto tutte le vite? 

Negli ultimi paragrafi, ci viene rivelato che, vissute tutte le possibili vite, saremo abbastanza maturi per nascere e diventare a nostra volta della stessa “specie” di Dio. Nella storia non si intende il Dio cristiano, bensì la figura narratrice che nella storia è compiuta, già generata, e che viene da un altro posto dove ci sono altri esseri divini. Esso è di fatto il padre del protagonista, vale a dire di tutta l’umanità.

Quindi l’universo cos’è? È un uovo, creato per il fine di far maturare la nostra essenza in quanto anima trascendente al corpo, mentre l’esistenza è la forma in cui questa si manifesta empiricamente; sono i corpi di tutti coloro che hanno vissuto e vivranno: 

«una volta che avrai vis­suto ogni vita di ogni essere umano in ogni momento, sarai abba­stanza grande da nascere».

Per gli amanti della filosofia, “The Egg” è un interessante spunto di riflessione. Anche per chi non si trova d’accordo, è comunque una lettura curiosa quanto piacevole. 

Per chi volesse vivere questa esperienza anche visualmente, consiglio questo video eccezionale in inglese del canale YouTube ‘Kurzgesagt – In a Nutshell’ dove la storia, frase per frase, viene narrata, accompagnata da ottime animazioni. Il canale si occupa principalmente di divulgazione scientifica, con video tradotti in più lingue, a mio avviso in maniera simpatica e chiara.

Indubbiamente, noi uomini valiamo allo stesso modo, indipendentemente dal colore della nostra pelle, il nostro credo o paese d’origine, e l’umanità è molto più di pulviscolo cosmico nell’universo. Questa storia fa riflettere sul fatto che magari tutti i destini dei miliardi di persone su questa terra siano legati a un fine comune, forse più stupendo di quanto si possa immaginare; tutt’altro che un’estinzione di massa per cui tutta la meraviglia della nostra specie finirebbe perduta.

Ludovica Borriello

Ludovica Borriello

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