Il 3 dicembre 2024 nella memoria dei sudcoreani è tornato il ricordo degli anni ’80: la legge marziale imposta dalla dittatura e terribili rivolte per la libertà.
Alle 22:27 di quella notte, il presidente sud coreano Yoon Suk-yeol ha proclamato la legge marziale giustificandola come misura necessaria per via di problemi interni al paese stesso: una motivazione di certo non sufficiente.
Il presidente ha deciso di adottare questa legge per via delle politiche “anti-stato e pro alla Nord Corea” dell’opposizione del Partito Democratico guidato da Lee Jae-myung.
Non appena la legge marziale è stata proclamata, sono iniziati i problemi: i militari si sono subito mossi per prendere il controllo di tutte le sedi istituzionali.
Tuttavia, il popolo, derubato senza ragioni del proprio orgoglio e della propria libertà, ha iniziato a ribellarsi anche verso i militari, che hanno represso il tutto a colpi di manganellate.
Il popolo non è stato l’unico a combattere: i parlamentari hanno lottato per la giustizia della costituzione, scavalcando le mura del Parlamento pur di entrare nel luogo che a loro spettava nonostante i blocchi imposti dai militari. Entrarci era necessario affinché la maggioranza dei parlamentari potesse votare contro la legge marziale per farla revocare.
Così è accaduto: la legge marziale è stata revocata il 4 gennaio 2025 alle ore 04:30.

In tutta la storia coreana, la legge marziale è stata applicata un totale di 16 volte. Viene ricordato ancora con fervore quando accadde nel 1980, dopo un colpo di stato: il generale Chun Doo-hwan dichiarò la legge marziale e il 18 maggio nella città di Gwangju gli studenti dell’università di Chonnam si organizzarono in una grande protesta per la propria libertà. Questa battaglia per i propri diritti si trasformò presto in tragedia: lo scontro durò nove giorni dopo il suo estendersi all’intera città; la dittatura, per mano dei suoi militari, causò 191 vittime. Viene oggi ricordato come “Massacro di Gwangju”.
Di conseguenza, il 4 gennaio 2025 la Corea del Sud ha deciso di non ripetere gli errori del passato, prendendo insegnamento dalla propria storia: bisognava rimanere fedeli alla Repubblica e difendere i propri diritti, lottando fino alla fine affinché i parlamentari votassero contro la legge marziale, nonostante l’ora tarda e la presenza dei militari.
Dopo la vittoria dei parlamentari e la revoca della legge marziale, il Presidente sudcoreano si è premurato di pronunciare un discorso di scuse in diretta televisiva; tuttavia, non ha dato le dimissioni. Nonostante ciò, da gennaio 2025 il Presidente Yoon Suk-yeol è sotto Impeachment per aver abusato del suo potere. È stato arrestato e dunque sollevato dalle sue cariche.
L’opposizione, il Partito Democratico, a oggi afferma: “È il primo passo verso il ripristino dell’ordine costituzionale, della democrazia e dello Stato di diritto”. Dopo tutti questi anni, la Corea del sud continua a combattere per la sua libertà, dimostrandosi ancora non indifferente alla propria storia.
Fonti:
https://www.ilpost.it/2024/12/03/corea-del-sud-legge-marziale
https://tg24.sky.it/mondo/2025/01/15/arrestato-presidente-sudcoreano-yoon
Bellissimo articolo, come sempre