La maturità è il periodo più importante per uno studente. Negli ultimi anni, per via del Covid, la maturità è stata svolta in una sola prova. Quest’anno invece ritornano le prove scritte insieme agli orali.
Gli studenti hanno manifestato in piazza, sostenendo che gli anni di Dad li hanno penalizzati e non si sentono pronti ad affrontare questo esame. Noi siamo degli studenti che quest’anno affronteranno l’esame di stato e, ovviamente, siamo coinvolti in prima persona in questa situazione. Da un lato crediamo sia giusto manifestare, perchè dopo anni di didattica a distanza non possediamo le giuste competenze per affrontare l’esame. La dad non ha portato nulla di buono a noi studenti perché, essendo stati a casa, distrarsi era più facile e seguire le lezioni più difficile. Inoltre non si avevano rapporti con professori e compagni e non si svolgevano attività come l’alternanza scuola lavoro, che ci aiutano a entrare nel mondo del lavoro. D’altro canto manifestare sembra inutile perché alla fine la decisione finale non spetta a noi studenti, ma a chi di competenza.
In questi giorni ci siamo confrontati con alcuni nostri amici che hanno sostenuto la maturità l’anno scorso per comprendere le differenze tra gli esami. In molti ci hanno detto che preferirebbero rifare nuovamente l’esame, poiché l’avevano preso troppo sotto gamba. Avendo a disposizione mezz’ora per concludere l’orale è stato difficile contenere l’ansia. Da una parte per il poco tempo a disposizione e per la disabitudine a parlare davanti a uno schermo che gli anni di Dad ci ha portato. Dall’altra perché, sia che l’esame venisse svolto a distanza e sia che venisse svolto in presenza, molto tempo andava perso a causa di problemi di connessione o per aspettare che l’aula venisse sanificata.
Onestamente avremmo preferito svolgere solo una prova, ma a sentire i commenti dei nostri amici comprendiamo che questo è un momento importante dove mettiamo le nostre competenze al massimo. Se lo dovessimo prendere troppo alla leggera non ricorderemo mai l’esperienza di quest’esame. Quindi, non ci resta che impegnarci al massimo e dare il meglio di noi, perché alla fine ne varrà la pena. Auguriamo a tutti gli studenti d’Italia una buona sessione d’esame.
Luca Isotti, Gioia Ferrante
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