Vorrei incontrare Fallen. Quel tipo che gira in bicicletta, col codino e gli occhialetti scuri.
Vorrei venisse da me, come va da altri. Stavolta è il mio turno, ne ho bisogno.
Vorrei incontrare Fallen, davvero. E’ un professionista, lui e fa bene il suo lavoro. E il suo
lavoro, è quello che mi serve.
Invece tempo fa ho incontrato Alessio. A un meeting. Era amico di uno dei relatori, e lo
stava aspettando, durante la pausa, per andare a pranzo insieme. Mi chiesero di unirmi a
loro. Si può dire che la nostra storia iniziò quel giorno. Anche se ci mettemmo quasi un
anno, a rendercene conto.
Uscivamo tutti insieme, con gli altri del gruppo, per locali, o al cinema, o a fantomatiche
abboffate. Amavamo i buoni vini e il cibo casereccio. Quello della Sora Lella, per
intenderci.
Io flirtavo con Gianluca, all’epoca. Ma era soltanto sesso e risate, così, per giocare.
Poi una sera Alessio si fermò a dormire da me. Capitava spesso, a qualcuno di loro, di
non riuscire a tornare a casa. Troppo ubriachi. Si parlava, a volte per ore. Si vedeva un
film, a farsi passare la sbornia. La banda di matti, ci chiamavamo, in onore dei giochi
infantili, quando si inventano bande per sentirsi più uniti. Noi invece ci sentivamo stupidi.
Allegramente stupidi per l’esserci trovati, tutti insieme ancora con la voglia di divertici a
quarantanni.
Quella sera con Alessio parlammo. Nulla di strano, dunque. Solo che la sera seguente
era ancora a casa mia. Fu dopo cena, che ci baciammo. Forse l’abboffata non era stata
sufficiente a riempirci per bene la bocca e le viscere.
Attoniti. Storditi. Rimanemmo entrambi senza parole. Il silenzio non fu pesante, però. Né
imbarazzante. Lo riempimmo subito con un altro bacio. E un altro ancora.
Ci siamo sposati otto mesi dopo. Niente figli, per noi. Lavoro, due cani, viaggi
enogastronomici. La nostra barca a vela. Mi sentivo piena. Sazia. Ebbra. Anche lui, ne
sono certa. Amava me e la mia pancetta sexy, tale in virtù del mio piacere per la cucina,
con l’unica mediazione di quattro ore di palestra a settimana. Il mio modo per non far
sbrodolare la pancetta in panciona flaccida. Il mio cotechino, mi chiamava Alessio, a
punzecchiarmi per farmi fare il broncio e avere dopo un’altra scusa per abbracciarci.
Non voglio parlare di lui, però. Perdonatemi. Ora vorrei solo incontrare Fallen. Mi piace
ancora mangiare, e sentire l’odore fruttato di un buon vino rosso. Nonostante tutto. Tutto
il colesterolo che sale a mille, e che a lungo andare fa scoppiare il cuore. Come ad
Alessio. Ecco, ci sono cascata di nuovo. Alessio, e sempre Alessio. Una notte, la porta
del bagno non si apriva. Era il suo corpo che la teneva chiusa da dentro. E le mie urla e i
miei singhiozzi non erano potenti abbastanza, per sfondarla, quella porta. Vorrei
incontrare Fallen.
Fallen gira in bicicletta. Ma chi se lo ricorda dice che è lungo lungo, nel senso che è alto.
Viene, fa il suo lavoro, e se ne va. Non chiede niente, a volte ti viene incontro con una
parola dolce, se gli piaci. Non voglio piacergli. Non voglio parole dolci. Non voglio
comprensione. Non c’è comprensione possibile.
Ho conosciuto Fallen nel bagno di un’amica. Avevo avuto un attacco di diarrea
lancinante. Capita quando si mangia molto pepato. Il bagno era pulito. E aveva una
fantastica libreria proprio davanti la tazza del cesso. Piena di fumetti. Stavo leggendo
“L’eterna illusione”, una ristampa di Dylan Dog, l’indagatore dell’incubo, quando conobbi
Fallen. Non ero certo nella posizione migliore per un incontro galante, seduta là, con le
braghe abbassate, e le mutande erano pure sbertucciate su un lato. E infatti lui non mi
degnò di uno sguardo. Se ne andò come era venuto. Non ero tipa per lui. Non ancora.
Ora lo sono. Fallen. Ora sono pronta. Vieni da me, infilzami con la tua lama, uccidimi,
Fallen. Uccidi quella parte di me che ama ancora. Che ama senza speranza. Vieni da me
e fa il tuo lavoro.
Lo so, non ricorderò niente, poi. Per questo, fin da ora, ti voglio ringraziare. Prima che tu
possa risalire sulla tua bicicletta, voltarmi le spalle, e tornare nell’Eterna Illusione.
Veronica Giannini
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