Nonostante il pattinaggio a rotelle sia uno sport molto diffuso in Italia, viene spesso ignorato dai media più importanti del nostro paese, fatta eccezione nel pattinaggio di velocità. Il pattinaggio artistico a rotelle è uno sport individuale, di coppia e di gruppo che comprende diverse specialità: freestyle, obbligatori, solo dance, gruppi spettacolo e sincronizzato.
I risultati che l’Italia ottiene ogni anno nel medagliere mondiale riguardante questo sport sono impressionanti: quest’anno ai campionati mondiali svoltisi in Francia (a La Roche sur Yon) gli atleti Luca Lucaroni, Silvia Nemesio e Rebecca Tarlazzi hanno vinto l’oro per la terza volta di fila rispettivamente nelle categorie “Senior Men’s Freestyle”, “Senior Ladies Freestyle” e “Senior Pairs”, quest’ultimo vinto da Lucaroni e Tarlazzi in coppia.
Tuttavia, nonostante le numerose vittorie, l’alto numero di praticanti in Italia e la spettacolarità della disciplina in sé, i media italiani hanno completamente ignorato sia l’evento dei mondiali che le vittorie azzurre.
A tal proposito abbiamo fatto alcune domande al già citato campione mondiale in carica Luca Lucaroni.
Chiara: Come e a che età hai iniziato a pattinare?
Luca Lucaroni: Avevo 4 anni e ho iniziato a pattinare perché ho due sorelle più grandi che già praticavano questo sport. Come tutti i bambini volevo fare calcio, però poi ho iniziato pattinaggio.
C: Cosa ne pensi della poca attenzione mediatica sul pattinaggio in Italia, nonostante la quantità di medaglie d’oro vinte anche in più categorie?
L: Io penso che non è così visibile perché non è sport olimpico, ed è difficile che entri come sport olimpico perché non ci sono le nazioni potenti come Russia, America, Canada e non c’è il giro di denaro. Stiamo cercando di partecipare a trasmissioni tipo Tu Si Que Vales, per farlo conoscere. Ci stiamo un po’ attrezzando.
C: La terza domanda l’hai già anticipata in realtà: cosa ne pensi dell’assenza del pattinaggio artistico a rotelle alle Olimpiadi?
L: È il sogno di tutti noi pattinatori, speriamo in futuro di riuscire a entrare. Io ormai non entrerò perchè sarò vecchio. Speriamo, in futuro…
C: Hai mai pensato di passare al pattinaggio sul ghiaccio così da poter andare alle Olimpiadi?
L: Di passare completamente no; di fare tutti e due sì, perché proprio la federazione mi aveva proposto di andare a fare coppia insieme a Rebecca [Tarlazzi, NdR], però poi per problemi di scuola e di orari non siamo riusciti. Però andiamo a pattinare e seguo il pattinaggio sul ghiaccio sempre.
Ringraziamo l’atleta per la disponibilità e speriamo che in futuro ci si concentri anche su sport meno citati in TV, in modo da offrire più spazio a innegabili talenti che sono l’orgoglio del nostro Paese.
Chiara Genovese
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