Sono sicura che chiunque di voi abbia almeno una volta sentito parlare della serie televisiva “Euphoria”, che ha fatto scalpore non solo in America, ma in quasi tutte le parti del mondo.
La serie racconta le vicende di un gruppo di adolescenti al liceo alla ricerca di se stessi e della propria identità, e la cui realtà esiste nel mondo fisico e sui social network: scambi di foto e video nudi come parte integrante di una relazione sentimentale, il consumo di pornografia che incide sul modo in cui fanno sesso e l’accesso alle droghe più diverse.
Inizialmente pensavo che queste tematiche fossero troppo sconvolgenti, perciò ero intenta a continuare solo perché la protagonista, Rue, diciassettenne tossicodipendente, è interpretata da una delle mie attrici preferite in assoluto: Zendaya. Ma, minuto dopo minuto, avevo capito che quella non era una serie come le altre. La vera domanda è: cosa c’è di diverso rispetto alle altre serie?
Come prima cosa, il regista e creatore della serie Sam Levinson, che ha rielaborato Euphoria a partire da una serie israeliana, è riuscito, attraverso le ottime performance attoriali, a lasciare agli attori stessi la piena libertà di determinare il mondo in cui si muovono i personaggi. Un mondo, intriso di storie contorte e purtroppo attuali.
Inoltre, è una serie che attrae visivamente, soprattutto gli adolescenti. A cominciare da un’estetica fatta di colori fluo, forti contrasti, notti al neon, glitter, sospensioni psichedeliche, un utilizzo cruciale della musica preso in prestito al videoclip e un controllo dei movimenti di macchina e della messa in scena incredibile. Prima ancora che con quello che racconta, “Euphoria” parla ai teenager così, col suo stile e i suoi colori.
Come accennato precedentemente, “Euphoria”, sotto la sua superficie glitterata e luminosa, parla di traumi: di come li affrontiamo e li superiamo, e del male che ci infliggiamo nel mentre. C’è forse trauma più universale dell’adolescenza?. È una serie in cui tutti, indipendentemente dalla propria età, possono trovare qualcosa di sé.
Per questo motivo, ho deciso di trasmettere, attraverso la mia passione della fotografia, le emozioni che questa serie unica mi ha suscitato. Pertanto ho provato, con l’aiuto della mia amica Cristiana, a “sfruttare” la sua passione, ovvero recitare, per poter rendere omaggio alla serie che entrambe amiamo.
Queste sono le sue parole:
“Una volta mi hanno fatto una domanda: Perché vuoi fare l’attrice? L’unica cosa che mi è venuta in mente è stata «perché mi rende felice». Recitare per me è un modo per sfuggire dalla realtà, mentre recito mi scordo di tutto il resto: ci siamo solo io e le mie emozioni. Penso che fare l’attore sia il lavoro più bello del mondo, essere capaci di trasmettere emozioni ed arrivare al cuore delle persone solo attraverso uno schermo è il mio più grande obiettivo e sono sicura che credendo in me stessa e studiando tanto ce la farò perché niente è impossibile”.
Senza la mia modella niente sarebbe stato possibile: insieme ci siamo divertite ad allestire la sua camera in stile “Euphoria”, e soprattutto preparando il trucco e parrucco perfetto per le foto. Mi sono potuta ispirare ad alcune foto della serie stessa, soprattutto riguardo il trucco e l’ambiente fotografico, ma anche con l’aiuto di una macchina fotografica ed alcuni effetti cromatici: ci è voluto davvero poco per entrare quasi nel vero e proprio cast della serie.
Ora però basta con le chiacchiere, vi lascio alle foto! Spero davvero di essere riuscita a trasmettervi la nostra passione e voglia di fare.
Manfrini Sofia
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