Il ragazzo più bello della scuola.Lei arrossì, e fu subito molto evidente, dato il candore della sua pelle. Lui la notò e le andò incontro. La salutò. Lei decise di provarlo a toccare.
Gli mise la mano sul viso e lui scomparve. Come la sera precedente, con suo padre e con Cindy. Comparve la ragazza. Stavolta aveva un’espressione glaciale, indifferente. Le crollò il mondo addosso. Impallidì. Non voleva più vedere qella ragazza che cambiava sempre. Tolse la mano dalla sua guancia e il ragazzo tornò a essere lui. Le disse: ”scusa, devo andare. Ci si vede” e se ne andò, senza neanche aspettare che lei rispondesse. Lei rimase li. Con la mano a mezz’aria. Fino a quando un passante distratto non la urtò casualmente. Stavolta, pur essendo entrata in contatto con il corpo del passante, nessuna ragazza comparve al posto di questo. Suenne aveva capito che il suo desiderio di sapere cosa gli altri pensavano di lei era sbagliato. Ormai aveva capito la lezione. Lei doveva essere se stessa. Sempre e comunque se stessa, al di là di come la vedevano gli altri.
Pirandello si domandava se siamo quelli che crediamo di essere o quello che gli altri vogliono. Uno, nessuno, centomila. Per non impazzire, meglio essere solo ciò che siamo per noi stessi.
Andò alla stazione, ancora una volta, a osservare il mondo in transito, e a pensare. Molte persone la guardavano, ma lei, adesso, non se ne curava più.
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