È finito. Anche quest’anno è finito e ora ho un po’ di pausa. Tre mesi sono ancora tanti, visti da maggio. Sono 90 giorni di libertà infinita e illimitata. Certo, quest’anno ho la maturità, quindi le vacanze saranno un po’ più corte. Due mesi scarsi, ma comunque è ancora molto tempo. Certo, i primi di settembre ho il test d’ammissione a medicina, quindi un po’ di studio dovrò “spalmarlo” su tutti i giorni di vacanza. Però è comunque vacanza.
Mi domando cosa farò nel tempo libero, quando sarò da solo… cosa mi piace fare quando ho tanto tempo da “perdere”? Leggere? Nah, forse guardare serie tv e film… nemmeno quello. Ah si, scrivere! Sì, ma mi serve l’ispirazione e d’estate è caldo. O non avrò voglia. O finirò le penne e i fogli per scrivere. Quello che farò di più potrebbe essere questo: pensare. Non è tempo sprecato, lo dico con sicurezza già da anni. Io sono il tipo di persona che pensa tanto, a volte troppo, ma si diverte a pensare. E di sicuro durante questi due mesi avrò molto su cui pensare. Lascio la scuola che mi ha cullato per cinque anni facendomi sentire qualcuno e allo stesso tempo uno fra tanti. Lascio la classe che ha conosciuto una parte di me, la parte superficiale, divertente. Lascio i professori, quelli nuovi e quelli vecchi, quelli bravi e quelli svogliati. Lascio i miei amici di scuola, consapevole che alcuni verranno persi lentamente con gli anni… o magari nessuno. Lascio i miei compagni di squadra, lascio il mio gruppo di amici, lascio il mondo che ho creato.
Il fatto di abbandonare tutto non mi preoccupa, non mi ha mai preoccupato il futuro. Certo l’incertezza può spiazzare a volte, ma avere una tela bianca davanti dovrebbe darti tutta la libertà di fare quello che vuoi, giusto? Chi proverebbe ansia davanti a una tela incolore, davanti a un opera da realizzare? Visto così il futuro sembra raggiante, ma lo sarà realmente? Il sole tornerà o vivremo in una notte eterna? Non posso saperlo, adesso è ora di tramonto e sto guardando il sole seduto su una sedia. Potrei provare a inseguirlo, come potrei convincermi che rimanere con gli stessi amici, con la stessa routine, con le stesse giornate sia possibile.
È per questo motivo che non riesco a vedere il futuro con ansia. Domani è necessario e cercare di non cambiare è la cosa più sbagliata che si possa fare. Il timore è sempre quello di sbagliare, ma un uomo un giorno mi ha detto: “anche un errore nella scelta dell’università porterà risultato”. Questa frase mi ha fatto pensare e mi ha tranquillizzato sul “grande passo” che dovrò (e come me moltissimi ragazzi) fare. Quest’uomo ora è un imprenditore, ma gli anni di superiori e uno di università, che aveva per tempo reputato come “sbagliati”, lo hanno aiutato ad avere successo. Le conoscenze che aveva acquisito nella programmazione seguendo un istituto tecnico lo hanno avvicinato al suo mondo odierno, rendendolo il leader italiano per quanto riguarda i droni sul mondo del lavoro.
Sta finendo un momento della mia vita e sono pronto per affrontare il domani. C’è una tela da colorare e in testa ho un motto che continua a rimbalzare sempre più forte: “La fine è il mio inizio”. È il titolo di un libro, di Tiziano Terzani. Ora torno a pensare in camera mia.
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