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Afghanistan

da 9 Feb 2022Presente0 commenti

15 agosto 2021.

Dopo anni di guerra il regime talebano è riuscito a prendere il potere e a insediarsi a Kabul, scacciando le truppe americane e imponendo un regime dittatoriale. Questo avvenimento ha scatenato, lo scorso agosto, una crisi nei vari governi del mondo, poiché era necessario capire come agire e come posizionarsi all’interno di questa situazione. Le condizioni erano talmente tragiche che le cancellerie occidentali decisero di evacuare il proprio personale diplomatico. Infine, il 31 agosto, l’esercito americano ha definitivamente lasciato dopo venti anni di guerra il territorio afgano.

Dopo la conquista, gli estremisti islamici hanno subito imposto severi divieti, che sembrano far tornare il paese ai tempi passati, quando era governato da Gulbuddin Hekmatyar, detto anche il “macellaio”di Kabul. Tra queste imposizioni ne troviamo sicuramente molte fatte a discapito delle donne. Per esempio, è stato posto loro il divieto di lavorare fuori casa e di svolgere attività all’esterno se non accompagnate da un mahram, ossia un parente stretto maschio.

L’attività degli americani nel corso di questi vent’anni è stata costellata di molti errori: in primo luogo quello più evidente è stato il loro approccio militare, che ha causato ulteriori morti tra i civili e danni a spese delle famiglie afgane che, specialmente nelle zone rurali, si sono trovate costrette ad accettare i servizi dei talebani. Inoltre, un problema ricorrente riscontrato anche in situazioni analoghe è la continua ricerca di imporre il proprio modello culturale su popolazioni con storie, culture e valori molto diversi da quelli occidentali.

Il modello che era stato attuato dagli USA in Afghanistan riprendeva il governo parlamentare, cioè quella che in Occidente viene considerata come la migliore forma di amministrazione, frutto di un processo evolutivo iniziato dopo la Rivoluzione francese. Una forma che però si è rivelata di complessa applicazione in Afghanistan, uno stato ricco di culture e tradizioni diverse. Questo ha spesso portato ad incomprensioni tra gli americani e la popolazione afgana.

Con l’arrivo dei talebani al potere nello scorso agosto e l’instaurazione di un nuovo governo, molte nazioni hanno deciso di non riconoscere più l’Afghanistan come stato. Nel diritto internazionale vige infatti il riconoscimento, un atto unilaterale con cui uno stato può riconoscere o no un nuovo governo che esercita la sua autorità su un territorio e una popolazione. Dopo la salita al potere dei talebani, molti stati occidentali non hanno ancora riconosciuto il nuovo governo afgano. Questa decisione è stata già attuata dall’Inghilterra nei confronti di due stati, poiché avevano un regime dittatoriale e violavano i diritti umani basici. Anche l’Unione Europea ha deciso di non riconoscere l’Afghanistan, negando lo stato talebano, poiché tutti i diritti umani vengono violati.

La situazione continua ad essere tragica, quindi il nostro compito, in quanto cittadini, è quello di cercare soluzioni e non farci trascinare dal disinteresse. Il valore più importante in queste situazioni è lo sviluppo del senso critico nelle persone, affinché possano partecipare attivamente agli avvenimenti e possano formare una propria opinione.

Sofia Battaglia

Sofia Battaglia

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