Ciao a tutti! Come state?
Io sono Sofia e oggi sono qui per parlarvi di una cosa a cui non avevo mai dato tanto peso prima, ma senza la quale ora come ora non potrei vivere: la cucina. Soprattutto durante il periodo di quarantena, in cui non si poteva fare altro che comprare del lievito e mettersi a impastare, ho capito quanto sia importante prendersi cura di sé e che il cibo, per quanto banale possa sembrare, è in realtà una delle cose più complesse ed essenziali di cui un essere umano potrà mai avere bisogno nella vita; dato che, letteralmente, senza di esso non sopravvivremmo.
Solo poco tempo fa mi ero resa conto che avrei potuto dedicarci se non un articolo, un’intera rubrica, così da unire cucina e cultura, poiché l’Italia, conosciuta come regina del Real Fooding, viene realizzato il “cibo vero che sa di buono”.
Una tradizione gastronomica che fa innamorare e stupire non solo i turisti di tutto il mondo, ma anche gli italiani stessi, grazie a un’offerta eterogenea che cambia da regione a regione.
Da nord a sud, ogni territorio ha la sua eccellenza da scoprire, e, seppur alcuni siano famosissimi (basti pensare alla carbonara!), ce ne sono altri che difficilmente trovano il successo che meritano (come la bagna cauda piemontese).
Così ho pensato: “perché non far conoscere meglio le nostre specialità regionali?”
Introdurre una rubrica, in cui più o meno ogni due settimane (il sabato) mi sarei potuta concentrare sui piatti più significativi di ogni regione. Per questo nasce “In cucina con Sofia: uno stivale tutto da gustare!”, con cui ho deciso di portarvi con me nel gustoso e ampio mondo culinario per cui è conosciuta la nostra Italia!
Che ne dite, pronti a imparare?
PS: come cosa ormai nota, ogni famiglia, anche se prendendo spunto da una ricetta originale tipica di ogni regione, rende la ricetta sua in base ai propri gusti e costumi e, secondo me, è proprio questo il bello della cucina: avere la possibilità di variare le ricette e renderle uniche secondo la propria personalità!
Quindi, in alcuni casi io vi spiegherò sia le ricette originali, con le loro origini, che le ricette nella versione realizzata da me. Ho deciso di mostrare anche le varianti perché cucinare non significa solo replicare una ricetta presente da tempo in una tradizione, ma anche saper sperimentare, secondo i propri gusti e seguendo il proprio istinto, con la speranza che ne venga qualcosa di ancora più buono!
DOVE ANDIAMO OGGI? UN PO’ DI GEOGRAFIA:
Oggi vi porto nella terra dei tortellini, delle piadine, delle lasagne e di tanti altri piatti squisiti… Esatto! Stiamo parlando dell’Emilia-Romagna, regione del famoso Parmigiano Reggiano!
Abbiamo appena passato le festività Pasquali e come me scommetto che anche la maggior parte di voi avrà approfittato delle feste per stare in famiglia, ma soprattutto per mangiare! Perciò, durante queste vacanze ho deciso di preparare due squisitezze reggiane, che sembrano essere semplici, ma credetemi quando vi dico che faranno saltare le vostre papille gustative (specialmente la seconda ricetta, che però sarà pubblicata in seguito)!
Pronti a sporcarvi le mani? Si cucina!
ERBAZZONE (o “SCARPAZOUN”)
ORIGINI
Per prima cosa, vi propongo un rustico reggiano, che per la sua gustosità ha fatto presto a diffondersi anche nel modenese. Il nome “Scarpazzone”, deriva dall’uso da parte delle famiglie umili di contadini che, tornate stanche da lavoro, utilizzavano il fusto bianco delle bietole per realizzarlo, conosciute appunto come “scarpe”.
Un piatto completo che, nei bar reggiani, servono addirittura a colazione. La sfoglia è sottile e croccante, bella condita e di spessore basso (da non confondere con la torta pasqualina, mi raccomando!)…
CURIOSITÀ
Secondo la ricetta originale la parte in superficie deve essere bucherellata con i denti della forchetta e poi coperta da filetti di lardo. In più, alcune ricette tradizionali richiedevano di amalgamare il panetto con strutto, anziché olio extravergine d’oliva, come ho fatto io.
PREPARAZIONE:
INGREDIENTI:
- PER L’IMPASTO
- 400 grammi di farina di tipo 00
- un cucchiaio abbondante di strutto (o 20 ml di olio evo)
- 1 cucchiaino di sale
- circa ½ bicchiere di acqua tiepida
- PER IL RIPIENO
- 1 kg di bietole/spinaci (vanno bene anche surgelati!)
- cipollotti (con gambo!)
- 60 gr pancetta (o lardo)
- 7 cucchiai abbondanti di parmigiano Reggiano grattugiato
- olio, pepe, sale q.b.
- 1 spicchio d’aglio
PROCEDIMENTO:
Pronti ad impastare?
- setacciamo la farina in un recipiente capiente;
- aggiungiamo poi il sale e l’olio evo/strutto;
- pian piano, aggiungiamo l’acqua (mi raccomando, che non sia troppa! altrimenti, l’impasto risulterà troppo appiccicoso da lavorare!)
- impastiamo tutto con le nostre mani e trasferiamo il tutto sul piano;
- lavoriamo il panetto finchè questo non risulterà liscio ed elastico;
- coprite con della pellicola e lasciatelo riposare in frigo per 40 minuti circa.
Nel frattempo, occupiamoci del ripieno!
- laviamo le bietole e lessiamole in poca acqua leggermente salata;
- dopo 5 minuti dall’ebollizzione, scoliamo e lasciamo intiepidire, dopodichè le strizziamo per bene, altrimenti risulteranno troppo acquose e rischieranno di bagnare troppo la nostra torta!
- facciamo rosolare la pancetta in una padella a parte, con un filo d’olio evo, dell’aglio e i cipollotti tagliati a rondelle;
- quando i cipollotti risulteranno cotti, aggiungiamo le bietole e lasciamo insaporire per 3 minuti circa;
- togliamo dal fuoco, e lasciamo intiepidire;
- aggiungiamo poi il formaggio grattugiato;
Momento assemblaggio!
- prendiamo la nostra pasta, la dividiamo in due panetti uguali e stendiamo il primo, fino a formare un disco sottile (non troppo però!);
- adagiamo il primo disco su una teglia unta con olio evo o semplicemente coperta da carta forno;
- bucherelliamo il fondo con una forchetta;
- versiamo ora il ripieno uniformemente sul disco, facendo attenzione a lasciare pochi centimetri di margine, che ci serviranno per la chiusura del nostro erbazzone; NB: L’importante è che il centro della pasta sia piatto rispetto ai bordi che dovrete arrotolare verso l’interno unendo la base di sotto con quella di sopra;
- stendiamo anche il secondo panetto, e lo adagiamo sopra l’impasto, increspandola leggermente verso il centro;
- sigilliamo i bordi ripiegando la pasta eccedente, così da formare una specie di cordone e punzecchiamo il tutto con una forchetta;
- spennelliamo la superficie con dello strutto/olio e inforniamo a forno statico a 200° per 30 minuti circa.
CONSIGLI:
Io ho realizzato l’Erbazzone il giorno prima di servirlo e, devo dire, mi è piaciuto molto di più perchè da freddo ha tutto un altro sapore. Però, se preferite, potete semplicemente aspettare qualche ora e poi gustarlo! (:
VARIANTI
Negli anni la ricetta si è ampliata e sono state proposte varianti con la pasta sfoglia oppure con la pasta brisée, aggiungendo la ricotta vaccina nel ripieno dell’erbazzone. Tuttavia, per quanto riguarda il formaggio, io consiglio, come da ricetta, l’utilizzo del Parmigiano Reggiano. Se invece non amate le biete, potete prepararlo anche con gli spinaci, che daranno un tocco meno amaro alla torta salata.
…Non andatevene! Presto ci vedremo per nuove ricette, alla scoperta dell’Italia!
Manfrini Sofia
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