Ecco a voi un nuovo articolo della nostra rubrica dedicata all’analisi della psiche dei personaggi del piccolo e grande schermo.
Stavolta parleremo del Dracula, protagonista dell’omonima miniserie arrivata il 4 gennaio su Netflix. Il perfido vampiro, nato dalla mente di Bram Stoker nel 1897 e riadattato oggi da Steven Moffat e Mark Gatiss (autori di Sherlock e Doctor Who), grazie a una magistrale interpretazione dell’attore danese Claes Bang, incute terrore in tutte le sue vittime, ma allo stesso tempo riesce ad ammaliarle sfruttando le loro debolezze e i loro sogni proibiti. Lo spettatore è sempre sul filo del rasoio, specialmente nel primo episodio dove non si può fare a meno di provare un’enorme ansia scaturita dalla sola presenza del famelico Conte Dracula. Il sadico vampiro segue alcune regole, ma l’unica che va tenuta a mente è che non bisogna mai fidarsi di lui, perché basta solo una piccola distrazione e senza neanche accorgersene, ci si troverà i suoi canini immersi nella propria giugulare, con il sangue che sgorga brutalmente dalle fauci della mefistofelica bestia, il cui ‘appetito non si sazia mai. La serie è una filosofica e sadica partita di scacchi guidata unicamente dal mostruoso vampiro della Transilvania.
L’aspetto e il vestiario di Dracula sono gli stessi di alcune sue diverse incarnazioni cinematografiche come quelle di Bela Lugosi e Christopher Lee, ovvero quelle di un affascinante nobile dai modi fini, con addosso un lungo e imponente abito nero come l’oscurità in cui si nascondono i vampiri per uccidere le loro succulenti prede. Questo Dracula però non è solo questo, una bestia omicida irrefrenabile, ma prova incredibilmente vergogna di se stesso, ha paura e soprattutto prova sentimenti (ovviamente in modo più intenso rispetto all’uomo comune), ma percepisce la vera bellezza, quella che si nasconde solo in rare anime.
Non sto cercando di giustificarlo o santificarlo, ma il Conte rappresenta perfettamente i demoni dell’esistenza umana simboleggiati da ingordigia, egoismo, avarizia e violenza misti ai più tetri incubi di un bambino e alla malinconia dei più grandi poeti.
Il sangue pulsante nelle vostre vene vi sarà traditore, perché il sangue è tutto, così come il vostro battito cardiaco, che rimbomberà nella testa di Dracula finché non vi strapperà il cuore per cibarsene o solo per il gusto di non vedervi più respirare.
La teatralità di questo articolo è un mero avviso dell’orrore che vivrete e dall’illusione da cui verrete incantati vedendo questa mefistofelica serie.
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