Trasportare uomini, rifornimenti o apparecchiature su un altro pianeta, nello specifico Marte, presenta numerose barriere da un punto di vista economico, tecnico e temporale.
Non è facile far uscire un corpo dalla morsa dell’attrazione gravitazionale terrestre, né tanto meno particolarmente economico. Per questo motivo la NASA, dal fallimento del progetto Shuttle, opera esclusivamente tramite i servizi spaziali russi per portare astronauti sulla ISS.
Le compagnie private stanno però dando uno scossone alle stagnanti acque dell’industria aerospaziale. SpaceX ha pionieristicamente realizzato quello a cui la NASA ambiva con lo Space Shuttle: la riusabilità dei razzi.
Costruire un razzo, in tutte le sue componenti, ha un costo difficile da immaginare, ed è stata una delle più grandi barriere per le mire espansionistiche umane nel sistema solare. L’astronave BFR di SpaceX, attualmente in completamento di progettazione, esattamente come i suoi predecessori Falcon 9 e Falcon Heavy, sarà per la maggior parte riutilizzabile. La navetta vera e propria dovrebbe durare almeno 12 tragitti Terra-Marte, mentre il propulsore, che si limita a portare la nave spaziale in orbita, più di un centinaio di utilizzi.
Arrivati in orbita inizierebbe la traghettata nel vuoto. I fisici hanno calcolato che, percorrendo la Terra una rivoluzione intorno al sole in meno della metà del tempo di Marte, la perfetta finestra temporale per partire si presenterebbe ogni 26 mesi. La traiettoria più efficiente con le attuali tecnologie a propulsione chimica è nota come “Orbita di trasferimento di Hohmann”, con la quale lentamente si lascia l’orbita terrestre per intercettare quella marziana, e dovrebbe prendere 8/9 mesi di viaggio, corrispondenti a una massiccia quantità di viveri per l’equipaggio, che per BFR dovrebbe essere composto da poco meno di 100 persone.
Il viaggio si concluderebbe con quella che potremmo definire la parte più problematica, ovvero l’atterraggio. Sorprendentemente atterrare sul pianeta rosso risulta più complicato di quello che sarebbe farlo sulla Luna o sulla Terra. Rispetto alla Luna la difficoltà aumenta a causa della raddoppiata attrazione gravitazionale. La terra invece, anche se 3 volte più gravitazionalmente attraente di Marte, ha un’atmosfera pari a 105 volte quella del pianeta rosso, e questa bilancia in buona parte l’effetto gravitazionale. Simulazioni digitali di quel che sarà l’atterraggio propulsivo su Marte (che dall’ingresso nell’atmosfera dovrebbe durare intorno ai 40 secondi) sono già state eseguite.
Le prime spedizioni con apparecchiature e rifornimenti “dovrebbero” partire nel 2022, mentre quelle con equipaggio sono previste per il 2024. Raggiungere Marte è solo il primo punto di un processo di centinaia di anni del quale continuerò a discutere in futuri articoli.
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