Tre notizie che negli ultimi sette giorni sono passate in secondo piano (nonostante la loro importanza).
California
In California il fuoco ha finora bruciato 445 chilometri quadrati di terreno e distrutto 400 case. Sono gli impressionanti numeri dell’ultima ondata di incendi che sta avvolgendo i territori vicino Los Angeles da martedì. A causare questa drammatica situazione sono i venti forti e la siccità che ha colpito la zona negli ultimi mesi.
Le fiamme, a quanto fanno sapere i Vigili del Fuoco statunitensi, non si placheranno in tempi brevi e le autorità hanno innalzato il livello di allerta al “viola”, quello più alto, mai usato prima. Già 230mila persone sono state costrette ad abbandonare le proprie case, con l’ordine di evacuazione che è stato recentemente esteso anche quartieri di Los Angeles come Bel-Air. Nel frattempo sui social sono apparsi le prime testimonianze dei residenti. Immagini suggestive quanto inquietanti.
Finora è stata individuata una sola vittima, nella contea di Ventura, l’area più colpita, ma non è improbabile che data la vastità degli incendi se ne possano trovare altre. Su questo articolo del New York Times trovate una mappa degli incendi in tempo reale con delle foto satellitari dell’area colpita.
Malta
Alla fine è successo quello che non doveva succedere. Questa settimana c’è stata una svolta nelle indagini per l’omicidio di Daphne Caruana Galizia, la giornalista maltese che aveva scoperto nei Panama Papers collegamenti tra politici locali e società offshore; tanti hanno riportato la notizia ma pochi hanno evidenziato le evidenti anomalie nelle indagini. I riflettori sulla questione sembrano spegnersi sempre di più.
Qualche giorno fa il primo ministro maltese Joseph Muscat ha annunciato alla stampa l’arresto di dieci persone, criminali locali già noti alla polizia. Ieri tre di loro sono stati incriminati per l’omicidio. Giustizia sta per essere fatta, si direbbe in attesa del processo, ma ci sono diversi buchi nelle indagini che non fanno ben sperare.
In merito all’esplosivo utilizzato per l’attentato, il Semtex, ci sono molti dubbi sul come tre piccoli criminali abbiano potuto reperire un materiale difficile da trovare a Malta senza un aiuto esterno. Un altro punto da chiarire sono i conflitti di interesse fra gli investigatori maltesi. Il magistrato Consuelo Scerri Herrera è la prima ad arrivare sulla scena del delitto e investigare sull’accaduto. La stessa che nel 2011 aveva denunciato Daphne Caruana Galizia per diffamazione, in seguito alla pubblicazione di un articolo in cui si faceva il suo nome. Dopo le pressioni della famiglia della giornalista, la Herrera viene sostituita da Silvio Valletta, marito di una ministra del governo. Ma anche lui, insieme alla moglie, è stato citato in un articolo della Galizia.
A questi conflitti di interessi si aggiungono altre anomalie raccontate da Giuseppe Pipitone su ilfattoquotidiano.it. Forse sarebbe il caso di affidare le indagini a un gruppo di investigatori super partes esterni all’isola, ma le cose non andranno così, soprattutto se la stampa spegnerà i riflettori su Malta limitandosi a riportare gli annunci ufficiali del governo.
Venezuela
Il Venezuela è un paese messo davvero male: 150 miliardi di debiti, inflazione superiore al 750% (la carta moneta ormai non si conta, ma si pesa, per quanto poco vale), blocco finanziario statunitense, razionamento dei beni alimentari, ma soprattutto un presidente fuori di testa. Nicolas Maduro, dopo aver svalutato il Bolívar venezuelano, la moneta del paese, pensa di risolvere i problemi del Venezuela creando una moneta virtuale di Stato, non dissimile dal Bitcoin, che verrà garantita dalle grandi riserve petrolifere del paese.
L’idea è campata in aria, come ha spiegato al Foglio l’economista Alexander Guerrero: “Maduro offre una criptomoneta centralizzata, pubblica. Cioè il contrario di una criptomoneta. In realtà quello che sta promettendo è di digitalizzare e dematerializzare la moneta. Semplicemente, gli è finita la carta per stampare banconote! Carta, inchiostro e stampa costano ormai troppo, ai livelli di iper-inflazione del Venezuela. Maduro confonde dunque criptomoneta con digitalizzazione”.
Nel paese il prossimo anno si terranno le elezioni e il presidente Maduro ha già annunciato di ricandidarsi. Vedremo se i venezuelani avranno la forza di cambiare.
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