Si parte con la batteria, a marcare il tempo. Poi l’ambiente comincia a riscaldarsi sulle prima note della chitarra. Il pubblico attende, impaziente, di ascoltare la voce di Jesse Hughes, che darà inizio al concerto. Molti hanno già capito che il primo pezzo sarà “Kiss The Devil”.
“Ben! Fa la mia preferita!”. Carole si stringe a Benjamin. Sono tutti lì: chi canta, chi resta con gli occhi chiusi ad ascoltare, chi fa foto o registra video per tenersi un bel ricordo della serata.
“Ben, prendi il cellulare che ora c’è l’assolo”, “Si lo so, non voglio perdermelo”.
Il chitarrista si prepara a fare l’assolo.
“Carole non ti sembra che la batteria stia andando fuori tempo?” “Sì, strano, non sembrano neanche colpi di batteria”.
Sul telefono di Ben appaiono delle gocce di sangue.
Il bassista corre via. Il chitarrista rimane immobile. Il batterista si nasconde dietro il suo strumento.
I colpi continuano. Le persone scappano. Urla, gente che si accascia a terra.
“Ben cosa succede?”.
“Non lo so amore. Vieni, corriamo all’uscita!”.
I colpi non si fermano. Le pareti si fanno rosse. Sempre più persone a terra. Come morte. Forse morte.
“Ben, ci sparano, che succede? Ho paura”. “Carole vieni andiamo in bagno, nascondiamoci li!”.
I colpi continuano. Sempre più urla.
“Ben non voglio morire”.
Carole scoppia a piangere. Si sentono dei passi insieme a delle voci. La porta del bagno si apre.
Altri colpi, poi il silenzio.
Daniele Mazzoni
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