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24 fotogrammi – La maschera della realtà

da 9 Gen 2020Creazioni, In primo piano0 commenti

Torna sul grande schermo il Joker, il più grande villain Dc dal 1940 a oggi. E con lui torna la nostra rubrica di ‘24 fotogrammi’, dedicata all’analisi dei personaggi controversi del grande e piccolo schermo. 

La fiaccola di Ledger, dopo una breve caduta avuta con l’interpretazione di Jared Leto in Suicide Squad, è stata raccolta con successo da Joaquin Phoenix, il perfido Commodo de ‘Il gladiatore’. 

Il film, uscito il 3 ottobre, ha dominato le sale italiane e straniere riuscendo a superare il miliardo di dollari. 

La storia, ambientata negli anni ottanta in una Gotham violenta e distopica, ha come protagonista il tormentato clown fallito Arthur Fleck, che, dopo numerosi soprusi da parte della società, decide di ribellarsi diventando il Joker, scatenando una rivolta degna delle più grandi rivoluzioni. 

Joaquin Phoenix non interpreta semplicemente l’oscuro personaggio, ma per due ore lui soffre, sputa sangue e noi con lui, perché l’attore è riuscito con la sua risata straziante a uscire dal film, entrando in ogni singolo spettatore presente in sala e riuscendo a trasmettere tutto il suo dolore.

 Questo film e questo personaggio sono reali, potrebbero essere lo specchio della vita di chiunque abbia un lato folle che lo corrode osso dopo osso. Un po’ come il ‘passeggero oscuro’ di Dexter, il famoso serial killer del piccolo schermo. La differenza è che Dexter finge di essere ‘normale’ per provare a essere accettato nella società, mentre a Joker/Arthur non importa più niente. È semplicemente stanco di essere trattato come spazzatura e vuole che tutti inizino finalmente ad accorgersi di lui.

 Josh Brolin, l’attore che ha interpretato Thanos nella saga degli Avengers, ha rilasciato in un’intervista la seguente dichiarazione: “Joker è un film che arriva soprattutto a chi ha subito traumi”. Sarà anche la verità, ma il film coinvolge tutti, il pubblico empatizza con il protagonista già dalla seconda inquadratura, da quella risata gonfia di dolore. 

Non sappiamo quale sia la verità dietro ciò che ci viene mostrato, siamo succubi delle fantasie di Arthur, non possiamo avere la certezza di niente, perché passato un secondo inizierete a ricredervi di ogni pensiero fatto. È questo il più grande fascino del personaggio. Anche nel ‘Cavaliere oscuro’ di Nolan non sappiamo mai quale sia la verità dietro le cicatrici del Joker interpretato da Ledger. La manipolazione dopotutto è il suo più grande asso nella manica. Non sono solo i cittadini di Gotham a osannarlo, ma anche chiunque nella realtà conosca il personaggio. Perché ne abbiamo bisogno: vogliamo credere in qualcosa di apparentemente cattivo che va contro qualcosa di peggio, la società.

 Batman nel film è assente, quindi i gothamiti vedono in Joker l’unico fascio di luce, l’unica guida in mezzo a tutti i ciechi rappresentati da Thomas Wayne. Ecco che follia e anarchia diventano due facce della stessa medaglia. Sorridere non è più sufficiente, una maschera da clown sostituisce quella della paura che indossavamo prima ed ecco che il passeggero oscuro esce allo scoperto.

 Si iniziano rivoluzioni e, ricordandoci di quanto accaduto pochi mesi fa in Francia con i gilet gialli, capiamo che questo film non è mera finzione, ma un quasi documentario. Non è un film di supereroi, è un film sull’essere umano.

Stavolta il viola tipico del costume dei vari Joker visto fino a ora è assente. Sostituto da un rosso molto acceso, quasi a significare tutta la rabbia e la frustrazione dentro il personaggio. Il trucco della faccia è ripreso da Pogo o killer clown, un serial killer americano che si macchiò del sangue di diversi bambini. Il mostro ha dato nome anche al locale dove la notte si esibisce come comico Arthur.

 Il regista Todd Phillips, nel dirigere il film, ha avuto una  maniacale attenzione ai dettagli ,e ha conferito alla pellicola fotografia dai colori cupi capaci di imprimere al film una maggiore sofferenza allo spettatore.

Joker è una di quelle persone che ha sempre la musica dentro di sé, ecco perché la scelta di renderla quasi graffiante è più che azzeccata. 

Il film ha già vinto il Leone d’oro a Venezia e Phoenix ha già conquistato il Golden Globe per la miglior interpretazione in un film drammatico e  si appresta a essere il secondo Joker a conquistare l’oscar al miglior attore protagonista. E dalla sua ha un esercito di clown pronto a sostenerlo. 

Riccardo Mariani 

Riccardo Mariani

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