È la piattaforma streaming Amazon Prime Video a ospitare uno dei thriller più attesi del 2020, “Il talento del calabrone”, diretto da Giacomo Cimini. La data d’uscita era stata fissata per il 15 marzo ma, a causa della pandemia da Covid-19, il film non è stato proiettato nelle sale. Dal 18 novembre è però possibile guardarlo tramite il servizio on demand di Amazon.
La storia è quella di un uomo (Sergio Castellitto) che, a bordo di un’auto bomba per le strade di Milano, chiama in diretta Radio 105 e minaccia di suicidarsi. Dall’altro lato della cornetta ci sono il giovane dj radiofonico Stef (Lorenzo Richelmy) e la sua crew, assistiti dal tenente colonnello dei Carabinieri Rosa Amedei (Anna Foglietta).
Il film, ambientato nella città della moda italiana, è stato interamente girato a Roma: le ambientazioni sono state realizzate da zero e gli sfondi ricreati digitalmente, attraverso l’uso di alcuni proiettori simili a quelli utilizzati per il formato IMAX. Vista la grandezza della produzione, anche se interamente italiana, molti si aspettavano una deviazione dalle classiche abitudini dei nostri autori, ed è stato questo particolare ad alzare di moltissimo le aspettative del pubblico. Purtroppo il film è solo questo: un impatto visivo pazzesco, perlomeno per l’audience italiano, ma fa acqua da tutte le parti.
Sergio Castellitto non delude le aspettative e ci regala una meravigliosa interpretazione, messa in ombra però dalla deludente performance del resto del cast. Un incerto Lorenzo Richelmy e una sconfortante Anna Foglietta tradiscono le aspettative degli spettatori, con una recitazione eccessivamente teatrale e caratterizzata da picchi emotivi incontrollati. Sarà l’inconsistenza della sceneggiatura, la poca esperienza del regista con il cinema, o semplicemente il caso, ma questo fattore ha reso piatta l’esperienza visiva di moltissimi spettatori.
Il finale è amaro, insignificante ed insoddisfacente. Poteva sicuramente essere impostato in una maniera diversa, sempre rispettando il messaggio scelto da inviare al pubblico. Nel tentativo di ricreare qualcosa di poetico e piacevole tutta la struttura che sorreggeva questa inconsistente sceneggiatura è stata smontata.
Il calabrone questa volta ha volato basso. Avendo però visto i precedenti prodotti di Giacomo Cimini e riconoscendo che comunque abbia messo su un film dall’impatto visivo decisamente ottimo, sono fiducioso che tra qualche anno questo regista saprà sorprenderci.
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